L’attività di bachicoltura è idonea a fornire stimoli ed emozioni positive alla persona,
attraverso l’osservazione e l’interazione con i bachi.

L’idea di coinvolgere i pazienti degenti presso il centro socio sanitario “Fondazione Filippo Turati” di Zagarolo nasce dalla convinzione che la relazione con gli animali abbia un importante ruolo positivo, assistenziale e coadiuvante nei percorsi terapeutici.

Prendersi cura di un animale può migliorare da un punto di vista psicologico la vita dell’individuo, perché agisce da supporto sociale per il paziente.

Nutrire i bachi con foglie di gelso e seguirne lo sviluppo dalla schiusa delle uova all’imbozzolamento, può innalzare il livello di autostima e di considerazione di sé, poiché aumenta la fiducia nelle proprie capacità e stimola la mente a rimanere attiva e vigile nell’impegno preso nei confronti di un altro essere vivente.

La bachicoltura può mettere in relazione due realtà tanto distanti, come le nuove e le vecchie generazioni, ricoverate per malattia o minorazioni psico-fisiche nella stessa clinica, poiché può essere occasione per i degenti più anziani di ricordare antiche usanze e per i pazienti più giovani di venire a conoscenza di un’attività che, fino ai primissimi anni del XX secolo, si svolgeva abitualmente in tutta l’Italia.

La bachicoltura può così diventare non solo occasione di partecipazione attiva ad un progetto collettivo, ma anche momento di condivisione di esperienze vissute, di conoscenza, di divulgazione tra gli stessi pazienti della clinica come tra pazienti e familiari, favorendo la comunicazione tra individui.

La bachicoltura può rappresentare un’attività quotidiana significativa che impegna il paziente in mansioni non gravose ma rilevanti sia dal punto di vista fisico, per la mobilità che necessita il distribuire le foglie di gelso ai bachi, sia dal punto di vista mentale, per l’esercizio mnemonico di doversi ricordare di alimentare i bruchi in orari costanti e per l’esercizio di comprensione del percorso vitale di un baco da seta.

Socializzazione

Gratificazione

Stimolazione

Prendersi cura del baco da seta richiede un lavoro di gruppo, sinergico, da cui possono scaturire verbalizzazione e confronti.

Un lavoro individuale, che migliora la motivazione e favorisce la nascita di uno stimolo all’operosità, al senso di responsabilità, generando nell’ospite gratificazione e soddisfazione per i risultati concreti che raggiunge.

Il progetto diventa strumento di stimolazioni multisensoriali grazie al contatto diretto con il baco e all’osservazione delle fasi evolutive del suo ciclo di vita.